Minecraft - L'isola by Max Brooks

Minecraft - L'isola by Max Brooks

autore:Max Brooks [Brooks, Max]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Juvenile Fiction, General
ISBN: 9788852083679
Google: Aqo7DwAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2017-11-20T23:00:00+00:00


CAPITOLO 13

QUANDO IL MONDO CAMBIA…

«Devo fare dei cambiamenti» dissi a Mu. «Scavando si corre il rischio di imbattersi nei mostri, quindi devo modificare le parti Pianificazione e Preparazione delle mie Cinque P.»

«Muu» fece la mucca, con un muggito che suonava come un sarcastico: «Ma non mi dire!».

«Mi serve una nuova strategia per il combattimento; forse laggiù capiterà spesso, quindi devo preparare molto più cibo per la super-guarigione.» Lanciai una rapida occhiata alla foresta, immaginandola dopo il tramonto. «Dovrò anche tornare alle mie osservazioni notturne sui mostri, per accertarmi di non perdere nessun dettaglio del loro comportamento. E quindi» i miei occhi caddero sulla spada, «dovrò fare esperimenti con tutte le risorse di cui dispongo, per essere certo di non lasciare per strada nessuna arma.»

Rinfoderai la spada e presi l’osso dalla cintura. «Chissà a che cosa serve.» Servì innanzitutto a farmi rivivere le frustrazioni del passato. E stavolta fu anche peggio, perché non potevo dare la colpa dei miei fallimenti alla fame o alla stanchezza.

«Che senso ha?!» mi lagnai con Mu, reggendo l’inutile mucchietto di polvere bianca. «Se non posso mangiarlo o bruciarlo o trasformarlo in qualcosa di utile, perché mai ho potuto raccoglierla?»

Furente, ne buttai un pizzico a terra, e saltai all’indietro non appena dalla verde superficie piatta crebbero all’improvviso erba alta e fiori.

Guardai i due pizzichi rimasti.

«Bee» disse Selce, completando il mio pensiero.

«Concime.» Presi a pugni l’erba alta per ottenere dei semi. «Ecco a che cosa serve questa roba!»

“E chi se lo immaginava che le piante avessero bisogno di mangiare?”

«Cocococo!» Mi voltai e vidi che le due galline erano tornate a farsi vive. «Come posso esservi utile?» gli chiesi con fare ironicamente servizievole. «Tutt’a un tratto tuffarsi nella laguna non è divertente come…»

«Cocococo!» mi interruppero, con gli occhi puntati su quello che avevo in mano.

«I semi?» chiesi, ricordandomi all’improvviso di un incontro già avvenuto in passato. Le altre galline, quelle che il creeper aveva fatto saltare in aria, non erano rimaste a fissarmi l’ultima volta che avevo tenuto dei semi in mano? Non stavo riflettendo proprio su questo, prima dell’esplosione?

«È questo che volete» dissi, allungando la mano verso di loro. «Vero?»

Due rapide beccate e due dei quattro semi sparirono. Chi non l’ha mai visto succedere, si fidi quando dico che non sto inventando ciò che accadde dopo. Sulla testa dei due volatili cominciarono a fluttuare dei cuoricini rossi, come quelli che si vedono nei cartoni animati di una volta. «Li vedi anche tu?» chiesi a Mu.

I due volatili innamorati camminarono l’uno verso l’altro, si fissarono negli occhi, e quando si allontanarono un pulcino bianco apparve in mezzo a loro.

«Ecco come nascono i bambini!» esclamai. «In questo mondo, almeno.»

Cercai di riprovarci, ma i genitori ignorarono la mia offerta. «Capito» dissi. «Siete sazi. E, inoltre, potrei usare questi per fare altro pane.»

Tornai di corsa all’orto e piantai i semi in un nuovo solco scavato di fronte al canale di irrigazione. Quindi sparsi la farina d’osso su un paio di steli già cresciuti. Maturarono all’istante. «Sempre meglio» dissi, senza immaginare che quella giornata stava per diventare ancora migliore.



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